La vecchia stalla dei nonni è stato il punto di partenza per un viaggio straordinario, che ha trasformato un semplice ripostiglio in un luogo che oggi ospita la mostra.
Tutto è iniziato quando un giorno, insieme a un mio amico, ho deciso di entrare nella vecchia stalla e provare a sistemarla.
La stalla, che un tempo ospitava mucche e maiali, era diventata un magazzino e la presenza di topi, ragni e tanta muffa l’avevano trasformata in un luogo inospitale e trascurato.
La sfida di trasformare questo ambiente, così familiare e fondamentale per i miei nonni, ha fatto scaturire la mia determinazione per recuperarlo a vita nuova.
Inizialmente pensavo che si sarebbe potuto prestare a diventare un open space per momenti di relax, ma in seguito ho compreso che in questo modo avrei svilito l’essenza di questo luogo.
La vecchia stalla grazie al recupero delle travi originali del tetto della casa dei nonni, ha avuto un nuovo soffitto e una nuova parete isolante.
Ogni spazio è stato ridipinto con cura e attenzione, dando nuova luce al luogo che era rimasto nell’oscurità per troppo tempo; per affrontare la sfida dell’umidità, è stato installato un deumidificatore, assicurando che le memorie custodite nella stalla fossero protette.
Il vecchio tavolo da falegname, già presente nella stalla, è stato restaurato con un processo di sabbiatura.
Finalmente la stalla rinata a nuova luce, ha dato voce a ogni tavola, ogni angolo, ogni parete, testimonianza di un passato lontano.
Una visita a una piccola esposizione di oggetti antichi in una casa di una famiglia nel Trentino ha fatto scattare in me una scintilla: tutti quegli oggetti del passato, avevano una storia da raccontare! Subito ho pensato che anche io avrei potuto realizzare qualcosa di simile, poiché la nostra famiglia disponeva di numerosi reperti del passato. A casa dei nonni c’erano oggetti, cimeli e pezzi di storia che avevano dormito nella soffitta per troppo tempo, era come se aspettassero di essere risvegliati da un lungo sonno.
La mia mente si è messa subito all’opera, immaginando uno spazio che non solo conservasse queste memorie, ma le onorasse e le condividesse con chiunque fosse interessato.
Ho fatto partecipe il papà della mia idea, e lui ha abbracciato con entusiasmo il progetto.
Le sue idee e le mie non sempre si allineavano perfettamente, ma abbiamo imparato a trovare un compromesso, raggiungendo un equilibrio tra il suo pragmatismo e la mia creatività.
Insieme abbiamo rovistato nella soffitta dei nonni, recuperando diversi oggetti che abbiamo pulito con cura, restaurato con attenzione, riportandoli alla loro antica bellezza.
Tutto questo tesoro così prezioso avrebbe potuto trovare posto nella vecchia stalla rinnovata e sistemata, in questo modo anche io avrei potuto dar vita a una mostra legata al passato della mia famiglia.
Ho deciso di dedicare la mostra al nonno Bepi che era morto da poco, realizzando una targa in legno visibile appena si entra nella stalla.
Nella stalla, diventata ormai luogo di una mostra, è nato il desiderio di unire il valore del passato alla modernità del futuro.
Ho compreso che anche se la mostra riguardava il passato poteva essere ulteriormente arricchita se mi fossi impegnato a dotarla con nuove tecnologie, così, l’intera struttura è stata concepita per essere domotica, ovvero un luogo dove le luci si accendono non solo con l’interruttore, ma con un semplice comando vocale.
Quando si entra nella mostra e si dice “Alexa, buongiorno”, il presente si fonde con il passato; infatti Alexa, la nostra assistente virtuale, risponde con un caloroso “Buongiorno, benvenuti nella mostra dedicata a Bepi 2!”; le luci si accendono e le melodie delle musiche e dei canti alpini riecheggiano nella stanza.
La magia però non finisce qui: la nostra attenzione al dettaglio si estende persino al deumidificatore, anch’esso gestito in modo domotico.
Ho creato inoltre un sito web dedicato alla mostra, facendolo diventare un museo digitale che è possibile visitare ed esplorare anche a distanza; il sito è stato progettato per essere informativo e coinvolgente, con articoli dettagliati, testimonianze e spiegazioni approfondite su quanto è in mostra.
Ho realizzato anche un video inserendo le immagini e le voci dei nonni, per renderlo un vero e proprio viaggio emozionante nel tempo.
Un’altra caratteristica di questa mostra domotica è un monitor collegato a un Apple TV, che fa scorrere vecchie foto e immagini di famiglia.
Visto il gran valore affettivo degli oggetti presenti nella mostra e il nostro impegno nel realizzarla, abbiamo installato telecamere per sorvegliare tutto l’ambiente.
L’uso dell’intelligenza artificiale è stato utile anche per scrivere la prima bozza di questo libro, che ha necessitato poi di diverse modifiche e revisioni.
All’interno della mostra, ogni oggetto rappresenta un capitolo vivente nella ricca trama della nostra storia familiare, oggetti che con cura sono stati conservati da mio zio Spiro nella vecchia soffitta, perché il nonno Bepi definendoli “scovazze” gli avrebbe ceduti o buttati.
Nella sezione dedicata al mondo dei campi e dei boschi, troviamo gli attrezzi da lavoro: rastrelli, badili, falci, forche, gerle, accette e “zoch” (ceppi per tagliare la legna).
Tutti questi semplici ma fondamentali utensili evocano immagini di albe anticipate e lunghe giornate di lavoro nei campi e nei boschi.
I bisnonni erano entrambi falegnami per questo nella mostra è presente una spazio dedicato al lavoro del legno, possiamo osservare pialle, scalpelli, martelli e vari strumenti di misura che raccontano abilità artigianali nell’arte della falegnameria.
Gli antichi abitanti della stalla, vacche e maiali, rivivono nel suono degli antichi campanacci, nei secchi per la mungitura, nella “motra” (vasca in legno per la preparazione del maiale prima della macellazione) e nel giogo, richiamando il ritmo delle giornate trascorse nella stalla e l’instancabile lavoro, fonte di sussistenza per la famiglia.
Sono esposti anche, in un angolo del tavolo da falegname, vari attrezzi per la riparazione delle scarpe: ci testimoniano che un tempo ci si attivava in casa per far fronte a varie necessità.
Nella mostra sono visibili alcuni reperti della prima guerra mondiale: caschetti, portamunizioni e munizioni, granate ad ananas e tedesche.
La mostra ricorda anche il periodo in cui il nonno è stato militare con la sua divisa, il suo zaino militare e il porta cartucce.
Ho pensato di esporre accanto alle testimonianze della vita militare la collezione di soldatini di mio fratello Lorenzo che dal nonno ha ereditato la sua passione per gli alpini.
L’attrezzatura da scalatore del nonno - borraccia, zaino, corda, chiodi e picozza - ci trasporta nelle avventure di montagna, dove la passione per l’arrampicata è una parte essenziale del vivre in questi luoghi.
Gli scii in legno, sia da discesa che da fondo, ci testimoniano che anche i momenti del tempo libero e dello svago sono stati sempre strettamente legati all’ambiente della montagna; mi piace ricordare che il nonno ha aperto alcune piste da sci ed è stato istruttore e già in età avanzata insegnava a sciare anche a persone non vedenti.